E’ UNA TERRA MARTORIATA. Dopo l’indagine della Dda sul ‘collettore’ Nuovi Orizzonti finalmente parla e presenta un’interrogazione: ecco ciò che ha chiesto e che avrebbe dovuto chiedere

Vaio Raimondo Pezzera Malena Gravante Petrella

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Dopo la presidente del consiglio comunale, Teresa Cerchiello, la prima ad intervenire pubblicamente sull'operazione Chronos, che ha portato all'arresto 8 indagati dalla Dda di Napoli, tra cui l'ex primo cittadino, Enrico Parente, ed il responsabile dell'ufficio tecnico, Maurizio Malena, a parlare, ora, è Nuovi Orizzonti, gruppo rappresentato in assise dai consiglieri Federico Conte e Orsolina Petrella.

La compagine di minoranza, riprendendo parte della sua attività politica, iniziata nel 2010, incentrata proprio sulla gara da oltre 3 milioni di euro per l'emissario (oggetto dell'inchiesta Chronos CLICCA QUI PER LEGGERE I DETTAGLI),  ha presentato un'interrogazione al sindaco Vito Gravante, corredata da una corposa documentazione, in cui l'opposizione ha chiesto all'angiologo risposte sulle sue scelte amministrative eseguite nella consiliatura diretta da Pietro Parente, perché, riportiamo testualmente parte della nota stampa di Nuovi Orizzonti, sarebbe  "ravvisabile una grande responsabilità di carattere politico nel non aver saputo o voluto cogliere i segnali della fazione contraria, non tutelando di fatto gli interessi della nostra comunità."

Cogliamo l'occasione offerta dall'intervento di Nuovi Orizzonti per riflettere un po' su quanto accaduto.

Il provvedimento cautelare che ha sconvolto il paese mazzonaro non è vangelo, non è verità assoluta: riguarda semplicemente la decisione "preliminare" di un giudice terzo, del Tribunale di Napoli, che, esaminando con attenzione gli atti dell'antimafia, preparati dagli uomini guidati dal comandante Luigi De Santis, ha ordinato misure preventive per 8 persone.

Saranno altri togati, negli anni, in caso di rinvio a giudizio, ad emettere sentenze, a pronunciarsi su quanto c'è di vero nella tesi ratificata dal pubblico ministero Alessandro D'Alessio.

Tutto questo preambolo garantista, però,  non deve giustificare un potenziale silenzio, di chi aspira a governare questo territorio, sull'intricata vicenda attenzionata dalla Dda partenopea.

Un paese già sciolto 3 volte per mafia deve avere una classe di amministratori e aspiranti amministratori pieni zeppi di coraggio e pronti a confrontarsi su questioni delicate.

Vogliamo evidenziare, concedetecelo, anche una disparità di atteggiamento dei politici localii. A conclusione di altre inchieste realizzate dai militari dell'Arma, culminate con arresti preventivi, abbiamo registrato una sequele di pubblici complimenti rivolti proprio ai carabinieri per il lavoro svolto. Stavolta, invece, assoluto silenzio.

Cioè, quando i militari dell'Arma si sono occupati dei "presunti" sversamenti nell'Agnena, della "presunta" mafia nigeriana e compagnia cantante abbiamo sentito scrosci di applausi. Ora no. Adesso che è stata registrata l'ennesima "presunta" intromissione della camorra su affari pubblici è stato captato solo un pesante vuoto.

Se è il "presunto" che spinge a tacere, sarebbe opportuno un tacere perpetuo, non ondivago, non altalenante.

Un altro breve commento, e chiudiamo l'articolo, lo apportiamo nel merito del documento presentato da Nuovi Orizzonti.

E' verissimo: la compagine guidata da Conte, all'epoca formata da Marcello Vaio, Giuseppe Raimondo, Raffaele Pezzera e Paolo Parente, si è battuta tanto sul bando del 'canalone'. Nuovi Orizzonti chiedeva l'adesione alla suap della Prefettura prima dell'espletamento della gara.

Con l'interrogazione presentata poche ore fa Conte e Petrella hanno invitato, legittimamente,  il sindaco a spiegare le precedenti scelte politiche (che potrete sviscerae nell'interrogazione pubblicata in calce a questo brano).

Nuovi Orizzonti, però, avrebbe dovuto chiedere qualcosa anche all'attuale vicesindaco, Marcello Vaio, il quale nel 2009 (durante l'amministrazione Parente) votò, dai banchi dell'opposizione, in un consiglio straordinario, la revoca della gara (la prima) su indicazione dell'allora sindaco, Enrico Parente.

Chiedere spiegazioni non è colpevolizzare. Chiedere spiegazioni non è condannare. Chiedere spiegazioni significa amare il confronto, la trasparenza, la dialettica. Chiedere spiegazioni, nel giornalismo e nella politica, soprattutto in questa terra perennemente martoriata dal troppo e dal nulla,  è sacrosanto. Il silenzio, alla lunga, in un mondo giusto, non paga.

Giuseppe Tallino


QUI SOTTO IL COMUNICATO STAMPA DI NUOVI ORIZZONTI E L'INTERROGAZIONE INTEGRALE DI NUOVI ORIZZONTI

I consiglieri Federico Conte e Orsolina Petrella del gruppo di minoranza Nuovi Orizzonti hanno presentato stamattina un’interrogazione al sindaco, Vito Gravante, in merito agli ultimi avvenimenti di carattere giudiziario relativi all’affidamento dei lavori di realizzazione dell’emissario di Grazzanise che hanno portato alla privazione della libertà  dell’ex sindaco di Grazzanise Parente e del Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale, nominato dall'attuale primo cittadino subito dopo le elezioni con decreto sindacale n° 13 del 08/06/2015.

Il Gruppo Consiliare Nuovi Orizzonti, di cui facevano parte anche gli attuali assessori Raimondo e Vaio,  nel 2010 /2011, aveva cercato  attraverso interrogazioni e proposte di delibere di Consiglio Comunale di attirare l’attenzione dell’allora maggioranza sui rischi che si correvano se non si fosse espletata la procedura di gara con la dovuta attenzione. Il gruppo propose con insistenza l’adesione alla SUAP che non fu votata per ben due volte, tra i voti sfavorevoli anche quelli dell’attuale sindaco Gravante.

Nuovi Orizzonti chiede oggi al sindaco, al tempo  membro della giunta comunale, le ragioni del voto sfavorevole all’adesione alla SUAP e di quello favorevole, invece, alla revoca della vecchia procedura di gara e all’indizione della nuova per l’affidamento dei lavori espresso con Deliberazione di Giunta Comunale n° 45 del 09/08/2010 ritenuta dall’autorità giudiziaria, come si legge nell’ordinanza, “di particolare rilevanza …”, attesa anche la relazione tecnica che smentiva le ragioni dell’ex primo cittadino e che, si legge ancora nell’ordinanza “non poteva non essere conosciuta da quegli amministratori poiché era stata protocollata formalmente presso quel Comune in data 01/10/2009”.

Una risposta si ritiene necessaria in quanto, pur convinti della buona fede, è ravvisabile una grande responsabilità di carattere politico nel non aver saputo o voluto cogliere i segnali della fazione contraria, non tutelando di fatto gli interessi della nostra comunità.

Una comunità che ha subito un grave danno di immagine a causa di tre scioglimenti dell’amministrazione comunale per infiltrazione camorrista e che assolutamente merita forte discontinuità rispetto al recente passato.

CLICCA QUI PER LEGGERE L'INTERROGAZIONE INTEGRALE