CAMORRA & INCONTRI. Lo smistamento dei pizzini e il contatore da ‘manomettere’

Carlo Fontana Zagaria

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Massimiliano Caterino, ex affiliato del clan dei Casalesi, si è definito, nei giorni scorsi, al processo 'Medea', una sorta di ‘factotum’ di Zagaria (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO), capace di tener rapporti con gli imprenditori ‘da taglieggiare e da non taglieggiare’, abile nell'agire cautelativamente affinché le presunte ditte collegate al boss non avessero problemi in cantieri extra-provinciali. La sua decisione di collaborare, considerata la caratura criminale del personaggio, quindi, è stata fondamentale per scardinare l’ermetica fazione capeggiata da boss di Casapesenna.

Grande valore investigativo ha avuto anche il pentimento del cassiere del clan, Attilio Pellegrino.  Le informazioni del brianese, in diverse circostanze, hanno confermato quanto sostenuto dal ‘Mastrone’ ed hanno aggiunto pure altri dettagli, al tempo della cassa comune, sugli introiti illeciti dell’organizzazione mafiosa.

Ma chi sta rivelando, passo passo, gli spostamenti, gli incontri avuti dal boss di Casapesenna, nel corso della sua latitanza, è Generoso Restina (CLICCA QUI PER LEGGERE LA SUA STORIA). Dunque, le rivelazione di ‘Gerry’ rappresentano una luce forte per illuminare i misteri che ancora aleggiano intorno alla ultra-decennale clandestinità di Zagaria.

Le parole di Restina sono presenti anche nella recente ordinanza, firmata dal gip Egle Pilla, basata sulle indagini della Dda riguardanti la gestione delle slot tra Casapensenna e Trentola Ducenta, che ha portato all’arresto 5 indagati (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO)

“Ho accompagnato Michele Zagaria a casa di Carlo Fontana in più occasioni. Il mio primo contatto con Fontana, - ha dichiarato il pentito, -  risale al 2006, quando, su indicazione di Zagaria, andai a manomettere il contatore del gas nella sua casa perché risparmiasse sull’importo della relativa bolletta.”

Restina, all’epoca dei fatti raccontati all'antimafia, lavorava per Antonio Piccolo, imprenditore che svolgeva “per conto della ‘Cpl Concordia’ il servizio di gestione della rete di metanizzazione”.

“Ricordo bene questa circostanza, - ha precisato ‘Gerry’, - perché Zagaria mi raccomandò di manomettere questo contatore del gas a casa di Carlo Fontana, gratis, in quanto tenne a precisarmi che Fontana era una persona di sua fiducia. […] Carlo Fontana era solito far pervenire a Micele Zagaria una sorta di rendiconto della gestione della sua ditta di trasporti, il che mi ha sempre lasciato pensare che i due fossero soci […] Di sicuro mi è capitato più volte di incontrare al bar ‘Butterfly’ di Casapesenna, Vincenzo Inquieto e Carlo Fontana, con i quali mi intrattenevo. Ed in talune di queste occasioni, Inquieto mi ha consegnato dei ‘pizzini’ da recapitare a Michele Zagaria, ma non mi diceva chi glieli avesse dati. Tuttavia, - ha continuato il collaboratore, - ho sempre desunto che in questi incontri al bar con Inquieto e Fontana, detti ‘pizzini’ potessero essere stati consegnati a Vincenzo Inquieto da Carlo Fontana, in quanto Vincenzo Inquieto li consegnava, poi, a me all’uscita del bar o comunque in luoghi ove non era presente Carlo Fontana. Quest’ultimo, infatti, non sapeva, ovviamente, che io ospitavo Michele Zagaria.”

Giuseppe Tallino