La Crisi del Kivu e il Nichilismo Occidentale, l’appello

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Appello di Claudio Scatola (Operatori Sanitari nel Mondo) e di Danis Mukwege (Premio Nobel della Pace- Panzi)

La Crisi del Kivu e il Nichilismo Occidentale

Gli operatori sanitari nel mondo lanciano un appello urgente per richiamare l'attenzione sulla drammatica situazione nel Kivu, una regione dell'est della Repubblica Democratica del Congo (RDC). Milioni di sfollati vivono in condizioni disperate, vittime di un nichilismo occidentale che continua a sfruttare il paese nel nome del capitalismo.

Questo appello non può ignorare le atrocità in corso, alimentate da interessi economici globali che perpetuano il conflitto e la sofferenza umana.

Accordo UE-Ruanda: Il Paradosso dei Minerali dei Conflitti

Il recente protocollo d’intesa firmato il 19 febbraio tra l’Unione Europea (UE) e il Ruanda, volto a promuovere catene del valore “sostenibili” e “resilienti” per le materie prime – note anche come minerali dei conflitti o del sangue – solleva serie preoccupazioni. Questo accordo, presentato dall’esecutivo europeo come un passo avanti nella geostrategia, rischia di minare la credibilità delle istituzioni internazionali, alimentando accuse di doppi standard.

Il conflitto nell’Est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) perdura da quasi trent’anni ed è il più letale dalla Seconda Guerra Mondiale. Le sue radici sono principalmente economiche, legate allo sfruttamento e al commercio illegale di minerali, riconosciuti come cause profonde della violenza e delle gravi violazioni dei diritti umani. L’implicazione del Ruanda nella destabilizzazione della RDC, nel saccheggio delle sue risorse naturali e minerarie, e nella commissione di crimini gravi – compreso l’uso della violenza sessuale come arma di guerra – è ampiamente documentata, specialmente dalle Nazioni Unite.

La crisi di sicurezza e umanitaria nel Kivu si è ulteriormente aggravata con la rinascita del gruppo armato M23, che opera con il supporto diretto dell’esercito ruandese in un’ennesima guerra di aggressione e occupazione sul territorio congolese. In questo contesto, la politica della Commissione Europea di rafforzare il partenariato strategico con il regime di Kigali appare in netto contrasto con i principi di coerenza e i valori fondamentali dell’UE, quali la promozione della pace e dei diritti umani, che dovrebbero essere obiettivi cardine nelle relazioni esterne dell’Unione.

Un Appello alla Coerenza e all'Azione

Si rinnova perciò l’appello lanciato a Strasburgo nel 2014 in occasione della consegna del Premio Sakharov del Parlamento Europeo per la libertà di pensiero. Si sollecita un maggiore allineamento tra le politiche economiche e il rispetto dei diritti umani, ponendo la dignità umana al centro delle preoccupazioni economiche e finanziarie. Le istituzioni e i paesi europei dovranno rendere effettivo e vincolante il regolamento dell’UE sul dovere di diligenza per le catene di approvvigionamento dei minerali, entrato in vigore nel 2021 ma spesso eluso da filiere opache di approvvigionamento transfrontaliero tra la RDC e il Ruanda.

Senza tali misure, la tanto decantata transizione energetica “verde e pulita” resterà segnata dal sangue delle donne e dei bambini congolesi e macchiata dalle attività criminali dei gruppi armati.

È giunto il momento che i cittadini europei, sensibili ai temi della pace e della giustizia sociale, accolgano questo appello e orientino il loro voto nelle prossime elezioni di giugno 2024 verso un cambiamento significativo.

La speranza degli operatori sanitari è che questo appello raggiunga i cuori e le menti di coloro che hanno il potere di fare la differenza, affinché si ponga fine al nichilismo che continua a devastare la RDC e si costruisca un futuro basato su giustizia, dignità e rispetto dei diritti umani per tutti.

Gerardo Fortino