GRAZZANISE: ADDIO ALLA “PALADINA” DELLA SCUOLA TRADIZIONALE

prof. rita cristiano

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La prof.ssa Rita Antonetta D’Abrosca nata Cristiano si è spenta a 91 anni

Energica vicepreside della scuola media statale “F.Gravante” per 3 lustri

 

 

GRAZZANISE (Raffaele Raimondo) – Nel caldissimo pomeriggio di quest’oggi, 30 luglio, si è mosso dal civico 138 di Via Battisti il corteo diretto alla chiesa della SS. Annunziata dove il parroco, don Valerio Lucca, ha celebrato il rito funebre dedicato alla prof.ssa Rita Antonetta D’Abrosca, nata Cristiano, spentasi nella giornata di ieri alla veneranda età di 91 anni.

Una “donna di ferro” dal viso sempre dolce e sorridente, la prof.ssa D’Abrosca se n’è andata in punta di piedi, lasciando affranti soprattutto l’unica figlia, Maria Cristina (docente di Musica), il genero Paolo (avvocato), i nipoti (Alessandro e Giuliana) ed i parenti tutti. A condividere il loro dolore tanti amici e sinceri estimatori della prof.ssa Rita (come alcuni confidenzialmente la chiamavano), preparata docente di lingua francese e per almeno tre lustri vicepreside della scuola media statale “Filippo Gravante”, ben stampata nella memoria dei veri sostenitori di una Scuola seria, tradizionale, selettiva, ma capace di licenziare alunni con solide conoscenze e comportamenti rispettosi delle persone e delle regole alla base della convivenza civile di uno Stato.

Fin dall’arrivo a Grazzanise – essendo nativa del vairanese – aveva sùbito chiarito la sua concezione, in qualche modo severa, sul sistema scolastico. Era giunta nel Basso Volturno per amore – avendo sposato il signor Bernardo D’Abrosca, un bell’uomo somigliante all’attore statunitense Victor Mature, ma anch’egli tutto d’un pezzo, di poche parole, responsabile di un settore del Servizio trasporti delle Poste – e intendeva trasmettere ai suoi alunni il sapere e l’amore a modo suo, cioè specialmente nel rispetto dell’equilibrio fra diritti e doveri. I coniugi D’Abrosca avevano avuta una sola figlia – Maria Cristina che, dopo la frequenza del Conservatorio, acquisì gli altri titoli per assumere la docenza di Musica nelle istituzioni statali – ma, senza ridimensionare in alcun modo le loro responsabilità genitoriali, ne ricavarono le opportunità per onorare fino in fondo le loro responsabilità professionali.

Tuttavia, si comprende meglio quale fu la lotta di Rita D’Abrosca se la si inquadra nella fase storica in cui si esplicò, precisamente dalla metà degli anni Settanta a tutti gli anni Ottanta. Ella proveniva da studi universitari impegnativi corrispondenti, per i gradi inferiori del sistema scolastico italiano, ad un’impostazione che non prevedeva affatto che tutti diventassero medici, ingegneri, scienziati: il merito faceva la differenza; chi era portato per gli studi li continuava fino ai più alti livelli (avendone le possibilità economiche…considerato che le provvidenze previste dalla Costituzione per gli allievi bravi, ma poveri, non hanno mai funzionato abbastanza); chi mostrava più attitudini per un mestiere completava l’ottavo anno di obbligo scolastico alla scuola di avviamento professionale. A Grazzanise si diceva: “Dopo la quinta elementare o vai a Capua (scuola media) o a Cancello ed Arnone (avviamento…).

Quella visione meritocratica vide la prof.ssa D’Abrosca “paladina” della tradizione che seppe bene esprimere anche quando, prima del 1985, il Provveditorato agli Studi di Caserta, dovendo sanare un’oggettiva difficoltà burocratica straordinaria, le conferì per un anno l’incarico provvisorio di preside della “Gravante”. Tornata all’insegnamento, dovette assorbire molte amarezze fino a quando raggiunse il tempo del pensionamento (a metà degli anni Novanta): la Scuola man mano cambiava obiettivi, strategie, criteri di valutazione ed ella non riusciva ad accettare senza soffrire alcune demagogiche e perfino spericolate innovazioni. Infatti, conservò  intatti i suoi convincimenti fino al termine del servizio ed oggi probabilmente – a vedere in progressiva diffusione certi discutibili standards di consapevolezza culturale e di condotta degli alunni in uscita dalla primaria e dalla secondaria di primo grado – sta crescendo il numero di coloro che rimpiangono le idee personali e l’identità di Scuola per le quali Rita D’Abrosca si batté senza mai lesinare energie.