Facciamo chiarezza sul vigile G. Florio: Questi i fatti.

florio gravante

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Punto per punto le risposte del sindaco Vito Gravante alle dichiarazioni del vigile Giuseppe Florio in merito al decreto con cui gli veniva conferito l'incarico, per sei mesi, di comandante della Polizia Municipale:

Comunicato Stampa

Grazzanise deve risolvere da molti anni il problema della discontinuità della gestione dell’Area Polizia Locale, anche attraverso l’individuazione di un valido responsabile.

Il sette maggio, insieme al segretario comunale, ho convocato l’agente di polizia locale Giuseppe Florio per evidenziargli la volontà dell’Amministrazione che rappresento (e che mi ha fortemente appoggiato in questa scelta) di conferirgli l’incarico di Responsabile dell’Area Polizia Locale.

Ecco le ragioni: si tratta di un laureato, idoneo nel concorso indetto a Capua come Comandante della Polizia Locale quasi dieci anni fa. Perché non valorizzare una risorsa umana interna all’ente per iniziare a risolvere il problema della polizia locale a Grazzanise? Chi più di un nativo di Grazzanise può fare bene per il suo Paese, utilizzando gli strumenti giuridici che la normativa, assolutamente stringente in materia di personale, mette a disposizione.

Durante la conversazione avuta il 7 maggio scorso, il sig. Florio ha contestato profili di illegittimità del decreto (se ci fossero stati avremmo avuto l’intelligenza di rimuoverli). Le doglianze di Florio sono state solo ed esclusivamente concentrate sulla mancata promessa di un’assunzione a tempo indeterminato, come Comandante, attingendo alla graduatoria del Comune di Capua, della quale non sono a conoscenza della validità attuale (è forse scaduta?) e sulla quale nessun responsabile o funzionario mi ha relazionato in merito. Persino lo stesso Florio ha dichiarato di non esserne a conoscenza.

Visti i limiti normativi e contabili esistenti, è stato spiegato all’agente Florio che l’unica leva utilizzabile, anche nelle more del nuovo contratto collettivo del personale degli enti locali, era quello delle mansioni superiori. Per di più, è stato spiegato all’agente di polizia locale Giuseppe Florio che esistono delle procedure da seguire (mobilità obbligatoria, volontaria, etc). Infine, non meno rilevante, promettere di attingere da una graduatoria integrerebbe un comportamento penalmente sanzionabile.

Ciò detto, l’agente Florio è stato invitato a riflettere sulla possibilità di accettare l’incarico che a breve gli sarebbe stato ufficialmente comunicato, non foss’altro che per amore della sua terra. L’agente Florio non è uscito dalla stanza del segretario con un “no, grazie”, anzi si è complimentato per la chiarezza usata, lasciando intendere che ci avrebbe pensato.

QUESTI I FATTI.

Il 9 maggio mi viene detto che l’agente di polizia locale Giuseppe Florio ha fatto un comunicato stampa relativo a questa vicenda. Penso di averlo letto 100 volte. Si divide in due parti, ma il filo conduttore è sempre lo stesso. 1. Nella prima si lamenta il mancato mantenimento di una promessa di assunzione a tempo indeterminato attingendo alla graduatoria del Comune di Capua. La locuzione con cui esordisce è «la montagna ha partorito il topolino»: questa espressione è normalmente utilizzata per raccontare di una promessa disattesa. Infatti, Florio parla di «una palese presa in giro del sottoscritto» e rafforza il suo dispiacere per la mancata assunzione a tempo indeterminato attingendo dalla graduatoria del comune di Capua rispetto a quale lui stesso dichiara «non ho mai preteso per forza che l’amministrazione mi conferisse un incarico per l’assorbimento dalla graduatoria di Capua, ma una risposta chiara ed inequivocabile.» L’agente di polizia locale, anche agente di PG ha contezza delle più elementari nozioni di diritto penale: chi esercita un munus pubblico non può promettere un bel niente perché commetterebbe il reato di corruzione! Questo gli è stato spiegato bene, molto bene dal segretario comunale. 2. Nella seconda parte invece si contestano le illegittimità del decreto di nomina come Responsabile della Polizia Locale per le seguenti ragioni: - il decreto è stato fatto senza il consenso dell’interessato, con violenza ed arroganza; - abuso di potere per aver posto in essere un atto gestionale. Chiaramente, anche in questa parte dell’articolo si legge la doglianza per la «mancata promessa», per «il mancato coraggio di dire al popolo le reali intenzioni dell’amministrazione di Grazzanise». Bhe, quelle stanno tutte scritte nella delibera di programmazione triennale del fabbisogno di personale. Cosa c’è di poco chiaro? L’unico vero filo conduttore di tutta questa messa in scena è la mancata promessa dell’assunzione a tempo indeterminato come comandante.

Senza dilungarmi in punto di diritto (questo spetta ai tecnici, non al Sindaco): il comune di Grazzanise è un ente senza dirigenti, la nomina del Responsabile avviene ai sensi dell’art. 50, d.lgs. 267/2000, con un decreto sindacale che è un atto gestionale, tanto è vero che la sua eventuale illegittimità incardina la giurisdizione del Giudice ordinario (lo sanno anche i bambini, direbbe il caro agente Florio).

Il decreto contestato da Florio reca il parere di regolarità tecnica del Responsabile del servizio competente (art. 147 bis TUEL) e, comunque, laddove un atto è illegittimo - si badi bene - non illecito (promettere un’assunzione a tempo indeterminato in un profilo giuridico superiore è un’illiceità penalmente rilevante) è sempre annullabile o convalidabile.

In ogni caso ripeto, io sono il Sindaco, lascio ai tecnici la responsabilità della correttezza dell’azione amministrativa, loro sono pagati per questo. Proprio perché sono il Sindaco di una comunità, devo essere garante di valori sani per la Comunità che amministro. Non posso non contestare, con estrema delusione, che il comportamento di Florio viola le più basilari regole di comportamento consacrate nel codice di comportamento nazionale e comunale. Inorridisco dall’incuranza del valore delle istituzioni e dei ruoli. Mi domando: se Florio fosse stato dipendente di un’azienda privata avrebbe agito come ha fatto contro il Comune di Grazzanise? Avrebbe infangato senza rifletterci il proprio datore di lavoro attraverso un comunicato stampa o avrebbe contestato il proprio datore di lavoro con gli strumenti che la legge mette a disposizione? Se fosse stato un carabiniere avrebbe scritto un comunicato stampa contro il proprio comandante o avrebbe cercato un confronto sano e costruttivo con il suo sovraordinato? Sia chiaro: non è in discussione il diritto di critica, che è sacrosanto, ma questo diritto va esercitato senza violare diritti parimenti importanti, come il buon nome e l’immagine della Pubblica Amministrazione. Chi lavora nel pubblico ha il compito preservare i valori che consentono ad una società di sentirsi civile, ha il compito di produrre valori sani e saldi da trasferire alle generazioni più giovani rispettando le regole ed i ruoli, altrimenti si genera anarchia e la morte civile di un popolo.

Non può passare inosservato che il comportamento assunto dal dipendente G. Florio si è materializzato in un atteggiamento di squalificazione quanto mai inopportuno nei confronti dell’ente pubblico presso il quale presta servizio, lesivo della sua immagine, e da cui possono scaturire provvedimenti disciplinari.