Capua rischia di perdere un’altra struttura sanitaria. E la politica cittadina cosa fa?

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Comunicato stampa

La città di Capua rischia seriamente di vedersi sottrarre un’altra struttura socio-sanitaria di assoluto rilievo, l’Unità operativa di salute mentale (U.O.S.M.), allocata nel Palazzo Fieramosca. E non solo la nostra città rischia di perdere un punto di riferimento così importante, ma anche tutto il territorio circostante fino all’Agro caleno.

La vicenda, che si sta consumando nel silenzio, quasi indifferente, delle istituzioni politiche cittadine, se eccettuiamo qualche dichiarazione di facciata, ha origini che risalgono a qualche anno fa, quando la Regione Campania dispone un ennesimo riassetto della rete ospedaliera e territoriale, “con adeguati interventi per la dismissione/riconversione/riorganizzazione dei presidi non in grado di assicurare adeguati profili di efficienza e di efficacia”, come si legge in una delibera dell’ASL del 2013, il tutto in coerenza con il piano di rientro sanitario; la medesima delibera recepiva la proposta di atto aziendale presentata dall’ASL Caserta alla Regione, in cui si prevedeva l’accorpamento di due U.O.S.M., la 21 (S. Maria C.V.) e la 22 (Capua). In una successiva delibera dell’ASL del 2014, il Direttore del Dipartimento di salute mentale riteneva di poter “procedere all’anticipazione della modifica dell’impianto organizzativo dipartimentale (del Dipartimento di salute mentale, ndr) come di seguito riportato: procedere alla fusione delle due UU.OO.S.M. di Capua e di S. Maria C. V., stabilendo sin da ora quale sede operativa la struttura attualmente utilizzata dall’U.O. di Capua”, e proponeva al Direttore generale la fusione citata: quest’ultimo deliberava in tal senso.

Contemporaneamente, l’ASL CE componeva bonariamente anche il contenzioso con la società proprietaria del Palazzo Fieramosca, invitandola, anzi, con una delibera del luglio 2014, di provvedere all’adeguamento alla normativa in materia di prevenzione degli incendi dell’intero immobile; il componimento bonario e l’adeguamento, oltre a favorire la sistemazione dei servizi sanitari del D.S. n. 22, “consente l’accorpamento e fusione dell’U.O.S.M. di S. Maria Capua Vetere con l’U.O.S.M. di Capua, già allocata nell’ala sud del medesimo fabbricato della stessa proprietà, nell’ottica ipotizzata dalla direzione strategica con l’atto aziendale approvato con delibera 756/2013”. Nello stesso mese di luglio 2014, il Comune di Capua, su richiesta dell’ASL CE (che già esprimeva parere favorevole in merito), autorizzava il trasferimento dell’U.O.S.M. da Via dei Romani a S. Maria C.V. a Via Ettore Fieramosca a Capua. Tutto liscio? Non tanto.

Nel corso dei mesi successivi, l’iter di accorpamento da S. Maria a Capua dell’U.O.S.M. è stato bloccato per motivazioni che, francamente, sfuggono ad una lettura normale dei procedimenti amministrativi. Addirittura, nel settembre 2015 l’onorevole Camilla Sgambato dichiarava che la struttura non si sarebbe mossa da S. Maria, di cui costituisce un fiore all’occhiello, e che l’accorpamento riguarderebbe soltanto “le posizioni organizzative soggettive”. Il tutto mentre il responsabile del Dipartimento di salute mentale annunciava la fine dei lavori nel Palazzo Fieramosca, pronto ad ospitare sia Capua che S. Maria; lo storico palazzo capuano, sempre secondo la Sgambato, non risulterebbe adeguato “alle esigenze dei pazienti”. Anche altri esponenti politici sammaritani hanno fatto quadrato, difendendo l’U.O. e chiedendo addirittura l’annullamento della delibera del luglio 2014 dell’ASL Caserta che stabiliva l’accorpamento. Annullamento che, fino ad oggi, non ci risulta.

Il subentrato nuovo commissario straordinario dell’ASL Caserta, dr. Matarazzo, con una deliberazione del febbraio 2016 prende atto delle Unità operative di struttura complessa e di struttura semplice dell’ASL stessa. In un elenco delle unità operative complesse allegato alla delibera, alla voce “Dipartimento di salute mentale” ci sono le U.U.O.O.S.M. 21 e 22, senza precisare altro. Il commissario dispone genericamente di “procedere alla conseguente, immediata soppressione delle unità operative, complesse e semplici, in esubero”. Cioè, in parole povere, non sembra essere previsto da nessuna parte né che l’accorpamento sia bloccato, né tantomeno che debba essere l’U.O. di Capua a spostarsi a S. Maria. E, invece, questo sembra essere il proposito del vertice dell’ASL. Dal 1° maggio prossimo, gli OSA in carico all’U.O. capuana saranno trasferiti a Sessa Aurunca, privando la struttura di personale specializzato: i servizi ai pazienti saranno, di conseguenza, ridotti, se non interrotti. E’ un tentativo di smantellamento della struttura capuana attuato con altre modalità, più subdole? E’ un tentativo ulteriore di ridimensionare ulteriormente un territorio urbano già privo di molti dei servizi assistenziali più elementari, noi che avevamo uno degli ospedali migliori della provincia? Tentativi promossi da chi?

Ma la domanda è un’altra. La politica cittadina che sta facendo? Come Comitato Civico Capua 3 Luglio, ma prima ancora come cittadini, non possiamo credere che l’amministrazione non sia a conoscenza di tutto ciò. Capua ha perso troppo della propria importanza nel territorio provinciale; il Comitato è e sarà in ogni caso e in ogni modo accanto al personale sociosanitario dell’U.O. supportando la difesa dei servizi ai pazienti e al territorio, lasciati in balia degli eventi dagli amministratori.

Federico Caratelli