Camorra, società, riciclaggio e truffe. Operazione ‘Apogeo’: 17 imputati andranno a processo

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L’inchiesta ‘Apogeo’, realizzata dai carabinieri del Ros e dal Gico della Guardia di finanza, portò, nel settembre del 2011, a 16 arresti, richiesti dalla Dda e confermati dal gip del capoluogo umbro.

L’intervento di militari dell’Arma e fiamme gialle riguardò le province  di Perugia, Caserta, Ancona, Firenze, Padova e Pesaro.

L’operazione puntò a smascherare una presunta associazione finalizzata allo scopo di commettere truffa aggravata, riciclaggio, banca rotta fraudolenta, evasione delle imposte, emissione e ricezione di fatture per operazione inesistenti con l’aggravante, secondo l’antimafia, “di aver commesso il fatto per agevolare il clan dei Casalesi (Villa Literno)”

Ai 17 indagati è stato contestato anche la creazione di una serie di società operanti nel settore dell’edilizia e della ristorazione “dopo aver ricevuto, - sostiene l’accusa, - rilevanti somme dall’associazione camorristica” e impiegando “dette somme per l’acquisizione di società in difficoltà economica”

Indagati, a vario titolo, per questi reati, sono Giuseppe e Carmelo D’Urso (residenti rispettivamente a Tivoli e Chiasso), Marcello Briganti (Pesaro), Giuseppe Marino (Catania), Salvatore Orecchio (Messina), Gaetano Cacciola (Messina), Maurizio Papaverone (Latina), Stefano Malmassari (Pesaro), Fiorella Luciana Pavan (Torino), Diana Lambrino (Pesaro), Giuseppe Zinnarello (Cerreto d’Esi), Agelo Russo (Villa Literno), Filippo Gravante (Grazzanise), Pasquale Tavoletta (Villa Literno), Antonio Iossa (Villa Literno), Santi Carmelo Balastro (Santa Teresa di Riva) e Gennaro De Pandi (Napoli).

Il giudice Alberto Avenoso, a conclusione dell’udienza preliminare, ha deciso di rinviare a giudizio gli imputati sopra elencati.

Giuseppe Tallino