CAMORRA. LE DICHIARAZIONI del superpentito IOVINE al processo per le minacce a Zara. Colpo di scena per Fortunato Zagaria
È arrivato il turno di Antonio Iovine. Ad interrogare l'ex boss di San Cipriano, al processo per le minacce all'ex sindaco di Casapesenna, Giovanni Zara, è stato il pm Catello Maresca, il quale ha subito chiesto al teste di esporre sinteticamente la sua storia criminale ed i motivi alla base della recente collaborazione con la giustizia.
O' Ninno, nel corso dell'udienza, ha narrato anche il rapporto con Michele Zagaria. "Dopo l'arresto di Schiavone, - ha affermato il collaboratore, - fu stabilito un quartetto che decideva tutto sul clan. C'eravamo io e Zagaria e gli altri ruotavano in base agli arresti. (...) All'inizio stavamo sempre insieme. (...) Incontravamo gli esponenti del clan Bidognetti, poi ci fu la scissione"
Iovine ha spiegato pure come era strutturata la divisione dei territori. "Il basso Lazio e Casapesenna a Zagaria, San Cipriano a me, Casal Di Principe agli Schiavone, il litorale ai Bidognetti. (...) Poi ci fu uno sconfinamento registrato proprio dai Bidognetti, se non sbaglio a Castel Volturno, forse erano i primi anni del 2000. (...) I Bidognetti andarono cosi a parlare con i sindaci dei comuni. Non ci consideravano troppo amici. (...) Il sindaco Martinelli si vantava spesso che il vero sindaco di San Cipriano fosse Giuseppe Caterino, detto Peppinotto, un appartenente storico ai Casalesi ed artefice del clan. (...) Tutte le cose che riguardavano problemi a imprenditori partivano non da gregari, ma direttamente da noi. (...) Riguardo lo sconfinamento Caterino e Zagaria andarono a parlare direttamente dal sindaco di Castel Volturno. (...) Secondo prassi invece avrebbero dovuto parlare con i Bidognetti, con Luigi Guida."
Alla fine, però, l'incontro si realizzò. "Si prese la responsabilità Renato Reccia e ci vedemmo - ha continuato a raccontare il pentito, - a casa di Goglia. Luigi Guida venne accompagnato da 10 persone. Non si fidava. (...) L'appuntamento fu fatto per chiarirci. (...) Guida ci disse che l'aveva fatto apposta per arrivare al dialogo. Voleva correttezza nei rapporti. (...) Zagaria si mostrò risentito e gli fece una sorta di richiamo velato"
Terminato l'esame condotto da Maresca, l'unico a controinterrogare il teste è stato l'avvocato Stellato. "Nel verbale del 12 giugno, - ha fatto notare il difensore, - lei disse che Guida iniziò a contestare i presenti alla riunione a riguardo di questioni territoriali. Lei conferma?"
"Si, - ha risposto Iovine, - confermo tutto.(...) Nelle nostre zone la figura del sindaco, come il caso Martinelli, è messa da parte."
"Zagaria Michele, - ha domandato al pentito il presidente del collegio giudicante, - le ha mai riferito di rapporti con Fortunato?
"Non c'era bisogno, - ha precisato o Ninno, - che Zagaria me lo dicesse. Ma ci sono degli episodi. Uno specifico riguarda la gara per il campo sportivo, aggiudicata a mio cugino Michele Iovine. (...) Un altro episodio riguarda il mio dar fastidio ad una farmacia di Casaluce, del fratello di Fortunato Zagaria e mi fu chiesto di finirla"
Fortunato Zagaria, interrotto il collegamento con Iovine, ha chiarito che dopo la rappresaglia realizzata nella farmacia (che era situata a Teverola e non a Casaluce) fu fatta regolare denuncia. "Sulle minacce di Guida, - ha aggiunto l'imputato, - confermo ancora che non le ho ricevute."
Prima di chiudere l'udienza, il pm Maresca ha integrato i capi d'imputazione a carico di Fortunato Zagaria, contestandogli anche il concorso esterno, ed ha chiesto di ispessire la lista testi.
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