Tentata estorsione a Caturano: in aula parlano i pentiti Piccolo e Froncillo
E' un processo su una tentata estorsione, a carico di due imputati, originari di Caivano, che stamattina, al Tribunale di S.Maria, ha ospitato dichiarazioni di pentiti, contenute in un’informativa della Mobile di Caserta, riguardanti la famiglia di imprenditori Caturano, di Maddaloni.
Il collegio presieduto dalla giudice Carotenuto sta vagliando, infatti, le posizioni di Giovanni Cipolletta, 34enne, e Aniello Galdieri, 41enne, perché, secondo la Dda di Napoli, rappresentata oggi in aula dal pm Catello Maresca, avrebbero chiesto denaro su un cantiere ad Aniello Caturano.
Gli imputati furono arrestati (adesso ristretti ai domiciliari) a seguito delle denunce dell’imprenditore.
Il collegio difensivo, formato dagli avvocati Fernando Pellino e Fiore De Rosa, stamane, ha citato come testi due pentiti, Piccolo e Michele Froncillo.
Le affermazioni di Piccolo hanno riguardato presunti rapporti che la famiglia Caturano avrebbe avuto, tempi addietro, con il Clan"[...] Già c'erano accordi del Clan. Caturano, - ha precisato il pentito dal sito riservato, riferendosi alle estorsioni che l'organizzazione camorristica attuava - non doveva pagare."
Gli avvocati hanno domandato al Piccolo anche di “un fatto di sangue”, ovvero circostanze sulla morte di Pierino Ligato. “Aveva chiesto estorsioni anche a Caturano, - ha risposto il pentito. […] Fermava tutti i commercianti della zona”.
Ha parlato in aula pure un altro collaboratore di giustizia, Michele Froncillo. “Pino Buttone, - ha sostenuto il teste, - cognato di Domenico Belforte, era in comunicazione con Caturano.” Il pentito ha tirato in ballo anche l’afffare rifiuti nel quale, stando sempre al suo racconto, sarebbero stati inseriti i Caturano.
Queste dichiarazioni, datate e già vagliate dall'antimafia, sono state inserite nelle indagini che portarono all' arresto di Aniello Caturano, tra il 2011 e 2012, provvedimento per il quale la Dda ha poi chiesto ed ottenuto l'archiviazione.
Riprendendo la cronaca del processo, terminate le domande del collegio difensivo, a prendere la parola è stato il pm Maresca. “Fino al 2007 (data di inizio collaborazione del pentito), - ha interrogato il magistrato, - le risulta che Caturano versasse estorsioni al Clan?”
“Non lo so, - ha risposto Froncillo. – Io non ho avuto rapporti con Caturano”.
Doveva essere ascoltato anche il capo della Mobile, Alessandro Tocco, ma il dirigente della Polizia di Stato non era presente in aula.
Giuseppe Tallino
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