«Un fratello del sindaco in affari con Pasquale Zagaria». Le liti di Panaro col boss per la costruzione degli appartamenti

ZAGARIA PANARO MISSO ZAGARIA

  • Stampa
  • Condividi

In qualsiasi holding che si rispetti, le scaramucce, i contrasti, il più delle volte legate non a questioni di principio, ma alla moneta sonante, non mancano.

Considerare il clan dei Casalesi come un gruppo finanziario, almeno fino a quando è esistita la cassa comune, non è sbagliato. Ed infatti, anche in questa compagine incentrata su affari loschi, ci sono stati screzi, in alcuni casi leggeri, in altri pesanti.

A riferirli, stavolta, è Nicola Panaro, ex esponente, ora pentito, della fazione Schiavone.

Il collaboratore di giustizia, spontaneamente, in un verbale dell’anno scorso, ha raccontato alla Dda anche presunti affari intercorsi tra il fratello di un primo cittadino dell’agro aversano ed il fratello del boss di Casapesenna:  “Non ricordo, se il fratello  del sindaco di Trentola ovvero di altro comune ( forse San Marcellino ), - ha dichiarato Panaro, - faceva il costruttore (in un periodo compreso tra il 2004, e cioè in epoca successiva all’arresto di Cicciariello ossia Francesco Schiavone, ma precedente al 2007/2008 epoca in cui Nicola Schiavone iniziò a diventare anche un capo militare del clan) era in società con Pasquale Zagaria, fratello di Michele. Costoro ( il fratello del sindaco e Pasquale Zagaria), -  ha proseguito il collaboratore, -  in tale periodo  stavano, insieme, realizzando  delle costruzioni ubicate al confine fra Trentola/San Marcellino o addirittura fra San Marcellino e Casapesenna. Erano parecchi appartamenti. Discussi con Giuseppe Misso, caricallieggi,  che mi aveva informato dell’esistenza di questi cantieri e della riferibilità degli stessi a Pasquale Zagaria e al fratello del sindaco.”

La cassa del clan, però, stando a quanto riferito da Panaro, non andava tanto per il sottile: se in corso c’era un business gestito anche dal germano di Michele Zagaria, quell’affare doveva pur sempre fruttare denaro all’organizzazione. “Convenimmo, - ha continuato Panaro, -  sul fatto che anche il fratello del sindaco  e Pasquale Zagaria dovevano pagare la quota al clan. Ricordo questo particolare perché più o meno in quel periodo capitarono delle discussioni con Michele Zagaria, discussioni  che talora assunsero anche toni accesi, in quanto io avevo informazioni su cantieri gestiti dalla famiglia Zagaria  rispetto ai quali la somma che lui portava mensilmente era irrisoria, quasi non tenesse conto di questi cantieri, mentre Zagaria Michele negava di controllare questi cantieri dicendo che era grave che io non avessi fiducia in quello che lui stesso diceva…omissis…”

Dunque, per Panaro, Zagaria cercò di negare la sua incidenza nell'edificazione degli appartamenti per evitare di sborsare denaro. La questione, al momento, non è troppo chiara: ma la presenza dell’omissis, a fine di questo paragrafo, lascia presupporre che l’antimafia sia ancora a lavoro sulla faccenda.

Giuseppe Tallino