CAMORRA & IMBASCIATE. “Zagaria voleva mettermi alla prova”. Il piacere di Venosa chiesto al boss per i lavori della piazzetta

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Anche le dichiarazioni di Salvatore Venosa, raccolte nell'agosto del 2012, sono state inserite nel corposo plico che il pm Catello Maresca ha indirizzato alla seconda sezione del tribunale di S.Maria, per motivare l’integrazione del capo di imputazione a carico di Fortunato Zagaria nel processo per le minacce all’ex sindaco Giovanni Zara.

Quando i collaboratori di giustizia parlano di politica, il più delle volte lo fanno riferendosi, direttamente o indirettamente, agli appalti, ed anche nell’occasione che stiamo per riportare, Venosa, quando gli è stato chiesta del comune di Casapesenna,  l’unica cosa che è stato in grado di riferire ha riguardato un lavoro per il rifacimento di una piazza. Un’opera che, stando alle dichiarazioni dell’ex affiliato, ritenute credibili dall’antimafia, sarebbe stata affidata ad una ditta che Venosa stesso avrebbe indicato al gruppo guidato da Michele Zagaria.

“Era risaputo che a Casapesenna non si muoveva foglia senza vi fosse l’appoggio di Fortunato Zagaria, il quale riferiva e si relazionava direttamente con Michele Zagaria. Io stesso,- ha rivelato il pentito, - ho potuto sperimentare lo stretto legame tra Michele Zagaria e Fortunato Zagaria. Infatti, - ha raccontato Venosa, - se non sbaglio, nel 2007, o comunque in quel periodo, Luigi Alfiero, che è suocero di mio cognato, Antonio Di Puorto, titolare di una ditta edile di cui non conosco il nome, partecipò ad una gara di appalto per i lavori di ristrutturazione di una piazza a Casapesenna. Quei lavori riguardavano la rimozione di binari della ferrovia e la costruzione di una piazzetta con il cemento da adibire  a luogo di ritrovo per bambini e mi chiese tramite mio cognato se potevo interessarmi per fargli vincere tale appalto. Io, ben sapendo del legame tra Fortunato Zagaria e Michele Zagaria, mandai una ambasciata a Michele, tramite Oreste Basco e Pasquale Pagano, ambasciata nella quale chiedevo a Michele Zagaria se poteva attivarsi presso il sindaco affinché il suocero di mio cognato vincesse l’appalto. […] Mi rispose di non preoccuparmi in quanto l’appalto sarebbe stato sicuramente assegnato a Luigi Alfiero, disponendo che dei 150 mila euro circa dell’importo dell’appalto, bisognava riservare la somma di 11 mila euro come tangente da versare allo stesso Michele Zagaria. Io ho potuto verificare, - ha dichiarato Venosa, - che effettivamente, così come mi aveva assicurato Zagaria, venne assegnato a Luigi Alfiero […] il quale mi consegnò la somma di 11 mila euro. […] Chiamai Oreste e Pasquale ai quali consegnai la somma, ma loro, - ha precisato il collaboratore, -  me la restituirono dicendomi che Michele non voleva pià la somma dicendomi che il regalo potevo prendermelo io, da ciò capii che Michele aveva voluto mettermi alla prova.”

Le parole di Venosa, che dovranno essere ulteriormente vagliate dal Tribunale di S.Maria, sono già state in parte verificate dalla Dda. I lavori di riqualificazione della zona FF.SS, infatti, furono vinti da una società cooperativa, la Co.S.P.Art, “tra i cui soci figura Luigi Alfiero”.

Il bando di gara era stato indetto con determina n°10 del 19 febbraio 2009. “Tale determinazione, - spiega la Procura antimafia, - veniva emessa subito dopo lo scioglimento della giunta comunale retta dal sindaco Giovanni Zara […] appena un giorno prima che si insediasse il commissario prefettizio.”

L’esecuzione dell’opera fu affidata con un procedura da aggiudicare mediante il criterio del prezzo più basso. La Co.S.P.Art presentò un ribasso del 34,649%, per un importo di 315 mila 500 euro.

Giuseppe Tallino