Altro che cartello di Medellín, leggete che racconta alla Procura mister conoscitore-del-business-rifiuti Antonio Scialdone

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Se cominci a parlare di monnezza, anzi, vogliamo essere più formali,  del ciclo di raccolta rifiuti, in provincia di Caserta, dopo qualche secondo, in quel discorso finirà in mezzo pure un nome ed un cognome ormai notissimi alle cronache giudiziarie: ci riferiamo ad Antonio Scialdone, vitulatino, laureato “in economia del commercio internazionale e dei mercati valutari”, prima dirigente e vice direttore generale del Consorzio Acsa CE 3 Spa e poi direttore generale del CUB.

Insomma, Scialdone conosce il mondo “monnezza”, conosce il mondo “monnezza” che ha ruotato intorno al pubblico e quello che, dopo il naufragio del Consorzio Unicio di Bacino Napoli-Caserta, orbita tuttora intorno al privato. E nel corso della sua carriera di manager e consulente, ha parlato con politici, giornalisti, imprenditori. Ed ora, il buon Scialdone, racconta cosa interessantissime anche ai magistrati.

Tali narrazioni, importanti, sono contenute pure nella recente ordinanza di custodia cautelare che ha portato all'arresto del presidente Di Costanzo,  Cappello, Cappella, Sorbo, Iavazzi ed altre 15 persone  (in tutto gli indagati sono 35).

“L’attuale sistema normativo (quello che regola il business rifiuti ndr), rispetto al passato, - ha dichiarato Scialdone ai pm della Procura di S.Maria, - prevede che la predisposizione degli atti di gara venga curata direttamente dagli organi amministrativi dei Comuni interessati all’effettuazione delle gare per l’affidamento del servizio di igiene urbana. Anche quando nel contesto procedurale interviene la SUA, comunque, tutti gli atti vengono preliminarmente predisposti dagli uffici tecnici comunali e – taluni di essi – approvati, a seconda dei casi, dalla giunta o dal consiglio. Ciò comporta che i dirigenti comunali – sovente profani della materia – non hanno le competenze specialistiche necessarie per la predisposizione degli atti in contesti normativi così articolati.”

“Per tali motivi […], - ha aggiunto l’ex dirigente del Cub, - il sistema dei rifiuti è un sistema dove si annidano fenomeni di corruttela, in quanto, gli organi politici scelgono preliminarmente la ditta o le ditte che dovranno aggiudicarsi l’appalto, lasciando che siano le stesse ditte – attraverso i loro tecnici – a predisporre tutta la documentazione.”

Riassumendo, Scialdone sostiene che, seppure l’espletamento delle gare viene realizzato dalla Stazione Unica Appaltante, i documenti sui quali si fonderanno i motivi dell’affidamento ad una ditta sono redatti dagli apparati comunali. E questa tesi fa il paio,  a nostro avviso, sulla non funzionalità, in Terra di Lavoro, sostenuta dalla Procura, proprio della Sua (CLICCA QUI PER LEGGERE L'ARTICOLO).

Fin qui nulla di eccessivamente nuovo: scorrendo le parole del vitulatino, però, un aspetto insolito, circostanziato, che qualche brivido lo crea, c’è.

“Si era tenuto, presso una delle sedi di rappresentanza della Impresud, sita in Maddaloni, un incontro tra i vertici delle società più forti del settore, ovvero, Impresud, Dhi ed Ecocar. Io stesso, - ha informato Scialdone, - ho partecipato a quest’incontro, quale consulente della dhi e ricordo che tale incontro fu patrocinato politicamente dall’allora vice sindaco del comune di Caserta Vincenzo Ferraro, che tra l’altro, era anche dipendente della Ecocar. […] In tale ncontro fu raggiunto un vero e proprio accordo di cartello avente ad oggetto la spartizione del territorio della provincia di Caserta, relativamente alle procedure di aggiudicazione degli appalti relativi ai rifiuti.”

Non parliamo di droga, quindi il cartello a cui fa riferimento l’ex consulente di Di Nardi non è quello, ragionando in grande, sfruttando anche l’odierna moda della serie Narcos (su Pablo Escobar), di Calì o di Medellin. Scialdone dice alla Procura di S.Maria che sarebbe stato messo su un cartello, ad anni dal tramonto di Eco4, Ce4 e compagnia cantante, per la gestione della monnezza. La monnezza che fa denaro. La monnezza è oro.

Al peggio non c’è mai fine.