Il prefetto “suggeriva” a Fortunato Zagaria di sbrigarsi a far dimettere i consiglieri

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L’antimafia partenopea, nel ricostruire i giorni convulsi che portarono alle dimissioni in blocco di vari consiglieri (13 per la precisione) del comune di Casapesenna e alla conseguente caduta dell’amministrazione retta da Giovanni Zara, definito un "infame" dal pentito Attilio Pellegrino, "perché non si metteva a disposizione di Michele Zagaria", ha fatto riferimento anche ad una telefonata di un Prefetto della Repubblica.

Si tratta di Paolino Maddaloni, “il quale, - scrive il pm Catello Maresca, - in una conversazione del febbraio 2009, ‘suggeriva’ allo Zagaria (Fortunato ndr) stesso di sbrigarsi a far dimettere i consiglieri entro il termine del 10 febbraio 2009, perché se fossero andati oltre, non si sarebbero potute svolgere le elezioni entro maggio. Il suggerimento del Maddaloni, - prosegue il magistrato antimafia, - veniva immediatamente recepito dallo Zagaria che, da quel momento e nelle ore successive alla telefonata con Maddaloni, iniziava una spasmodica serie di contatti con i consiglieri”. i E 13 componenti del consesso civico “in extremis”, cioè il 10 febbraio 2009, firmarono le dimissioni in blocco.

Anche questo episodio, raccolto dalla Dda di Napoli, è stato inserito nel corposo plico consegnato alla seconda sezione del tribunale di S.Maria per motivare l'integrazione del capo d'accusa, di concorso esterno in associazione mafiosa, a carico di Fortunato Zagaria.

Giuseppe Tallino