I PENTITI, COSENTINO e l’asfalto davanti alla chiese di don Peppe. “Mai chiesto sostegno a don Diana, sono convinto che già mi votasse”

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A condurre la prima parte dell'esame di Nicola Cosentino, nel processo Eco4, stamattina, è l'avvocato Erika Cantiello. 

L'imputato ha risposto alle domande del suo legale smentendo qualsiasi tipo si legame, sostenuto da vari collaboratori, che avrebbe avuto con esponenti del Clan.

"Non so se ci sono stati scambi di assegni tra le aziende dei miei fratelli e camorristi. Tendo ad eslcuderlo. (...) Non ho mai dato informazioni sull'mminente ordinanza Spartacus a De Simone, - ha aggiunto l'ex sottosegretrio. - Anche professionalmente non era la mia materia, lavoravo presso uno studio a Napoli che non difendeva affiliati. (...) Non sapevo della legge per il dissociamento, né ho promesso impegno politico per favorire l'organizzazione criminale."

Chiuso il capitolo De Simone, il difensore ha interrogato Cosentino sulle dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone.

"Fino al '95 ero candidato di un piccolo partito, il Psdi, alla provincia, per il quale la camorra, - ha spiegato l'ex parlamentare, - non aveva nessun interesse. (...) Ricordo la lista La Campana, secondo ciò che dichiara Schiavone, fu una lista organizzata dal Clan. (...) Mai tramite Schiavone Carmine dato un aiuto a don Peppe Diana. Attraverso Sebastiano Corvino feci una piccola cortesia per prendere dell'asfalto, come mi chiese don Diana stesso, da porre sullo spiazzale dinanzi alla chiesa. Non ho chiesto un voto a don Peppe per questo, ero convinto che mi votava a prescindere."

Cosentino ha poi negato alcune circostanze politiche, affermate dal pentito Schiavone, in merito ai suoi incarichi politici, come l'essere stato assessore nel 1982, e varie dichiarazioni di Luigi Diana, lontano parente dell'ex senatore Lorenzo Diana, che l'ex senatore dei Ds sostiene di non aver mai conosciuto.

"Non mi risulta un incontro, - ha proseguito l'imputato, - di un incontro tra un mio fratello e Di Bona. (...) Con i Della Corte c'è anche un grado di parentele, ma non conosco Vincenzo Della Corte. Ho partecipato ad elezioni nelle quali rientrasse anche il collegio di Villa di Briano negli anni '80. (...) Mai preoccupato di trovar lavoro agli zii di Della Corte, erano, del resto, già tutti sistemati. (...)Il Clan mai votato, mi ha sempre ostacolato. (...) Non conosco Roberto Vargas né suo fratello Giovanni. Nessun rapporto con la Concordia. Sia con quella che fa pompe funebri sia con quella del metano, per la quale si deve indagare in tutt'altra direzione."

Giuseppe Tallino