CAPUA. I giovani in divisa han giurato ricordando il sacrificio, 100 anni fa, dell’eroico magg. Beleno

CAPUA Il col G. Di Serafino, comandante 17 Rav ACQUI 060516

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CAPUA (Raffaele Raimondo) – “La pluridecorata Bandiera di Guerra del nostro glorioso Reggimento, cui va il nostro deferente saluto e al cui cospetto tra poco giurerete, rappresenta la sintesi dei valori militari ed etici di tutti coloro che operano al servizio della Patria, e da oltre tre secoli è testimone delle gesta di quanti l’hanno servita in armi e, soprattutto, di quanti l’hanno difesa fino all’estremo sacrificio”: questo monito, il 6 maggio scorso, 571 soldati giurandi ascoltarono dall’epica voce del colonnello Giancarlo Di Serafino al vertice del 17° Rav “Acqui”.

Ora essi, espletati gli ultimi adempimenti presso la Caserma “Salomone”, stanno raggiungendo, in prosieguo della ferma prefissata di un anno, i Reparti di rispettiva assegnazione, ma sicuramente non hanno dimenticato il monito che, per converso, rimarrà stampato per sempre nel loro cuore.

Li seguirà, dovunque stiano andando, un altro passaggio del discorso del loro primo comandante: “Sono certo che sarete all’altezza del gravoso compito che vi attende ed è per questo che vi invito ad essere sempre coerenti e fedeli...mantenendo l’integrità anche nelle condizioni più difficili ed estreme. Diffidate delle scorciatoie! Difficilmente esse portano al risultato e, quand’anche dovessero riuscirci, difficilmente si tratterebbe di un risultato stabile e duraturo”. D’altronde i giovani appresero, nella medesima circostanza, che mèntore della solenne cerimonia (che li vedeva emozionatissimi protagonisti) era il maggiore di Artiglieria Giuseppe Beleno, il quale, cento anni fa, “lasciò eroicamente la vita” per essere stato colpito in pieno da una granata mentre “sul Grafemberg, sul Sabotino, a Santa Caterina, a Castagnevizza” dirigeva “impavido il fuoco delle proprie batterie sempre sulle primissime linee”. CAPUA I volontari giurandi del 1° Bando 2016 - 060516

E bastarono – a quanti, fra loro, hanno studiato almeno una volta le tremende fasi della Grande Guerra – i nomi di quegli aspri luoghi bagnati dal sangue a gonfiare ancor più di commozione gli animi.

Ma i soldati del 1° Bando 2016 del 17° Rav, come tutte le FF.AA. italiane, nel rispetto dell’art. 11 della nostra Costituzione, sanno pure che oggi essi devono contribuire a fronteggiare nuove emergenze. Lucidamente e con la consueta profondità d’analisi le spiegò, a felice conclusione dell’Evento, il generale di Brigata Giuseppe Faraglia, comandante di tutte le Unità di addestramento volontari dell’Esercito in Italia, in un passaggio cruciale della sua allocuzione: “Stiamo vivendo un momento della storia del nostro Paese e, più in generale, del processo evolutivo degli Stati democratici, in cui le Istituzioni tutte, e tra esse le Forze Armate, sono chiamate a scendere in campo con tenacia e determinazione, ma anche con sapienza, equilibrio e rettitudine di intenti, per difendere e rafforzare i pilastri su cui poggia questo Stato di diritto, i princìpi etici di coesione del nostro vivere civile e della pacifica convivenza tra i popoli, contrastando senza mezzi termini, dentro e fuori dai confini nazionali, interessi maligni e devianze violente di varia natura che si spingono al imite dell’anti-umano.

Ma le Istituzioni sono fatte di individui, le Forze Armate di soldati che, con i loro valori, le loro virtù e il loro operato, le rendono positive o no nel loro esistere, efficaci o no nel loro agire, credibili o no di fronte alla Nazione, nel loro ruolo di salvaguardia e difesa del bene comune”.

Ecco, se avessimo un solo lettore docente di storia e di educazione alla cittadinanza consapevole e responsabile, vorremmo che egli sottoponesse questi così vigorosi e benèfici stralci alla lettura-riflessione-commento dei suoi studenti ed auspicheremmo che l’alto spirito che diffondono si propagasse senza limiti, facendo apprezzare il senso (vincolante ed insieme liberante) del giuramento che sostanzialmente anche i “civili” dovrebbero esprimere, una sola volta nella vita.