ECCO LA SENTENZA sull’appalto da 1 MILIONE e 800 MILA €. I Pezzella di Casal di Principe la spuntano su Verazzo

Emerito foto lavori

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Bisogna iniziare dal principio, perché la faccenda è lunga e nemmeno troppo lineare. Il comune guidato da Emerito, tra i tanti finanziamenti che è riuscito ad intercettare, è stato capace di ottenere anche quello da 1 milione e 800 mila euro, erogato dalla Regione, riguardante “il progetto di riqualificazione e valorizzazione dell’asse di attraversamento della città e delle aree connesse per la fruizione e l’erogazione dei servizi turistici”.

Ad affidare quella gara fu l’Asmel: su questa centrale di committenza, il pensiero manifestato da Cantone, ormai, è noto: “Non può considerarsi, - dichiarò, mesi fa, il capo dell’Anac, -  legittimata ad espletare attività di intermediazione negli acquisti pubblici, peraltro senza alcun limite territoriale definito”. Ma queste, ormai, sono cose vecchie, procediamo.

A vincere l’appalto fu la C.M.P., ditta che ha sede legale a Perugia (ed anche un locale  di riferimento a Casapulla), ma il suo rappresentante è Augusto Pezzella, nato a Casal di Principe.

Non è la prima volta che ci occupiamo di questi lavori: l'anno scorso, infatti, ponemmo degli interrogativi proprio su Augusto Pezzella, interrogativi tesi o a chiarire una possibile omonima oppure a confermare che il titolare della Cmp era lo stesso Augusto Pezzella  apparso (non come indagato)  nell’ordinanza Medea, firmata dal gip Egle Pilla.

Il Pezzella (dell’ordinanza)  compare  nell’episodio cruciale della pen drive (scomparsa), a forma di cuore, che il boss di Casapesenna aveva nel covo di via Mascagni, ed infatti, in un’ambientale del 16.5.2012, registrata in una Jeep Grand Cherokee, con il fratello Raffaele, “rivelano, - è scritto nel documento gip, –dei particolari relativi alla cattura di Michele Zagaria decisamente inquietanti: secondo gli interlocutori all’interno della vettura, nel corso delle operazioni di cattura qualcuno avrebbe consentito a Michele Zagaria di mettere al sicuro un prezioso suo documento informatico, sul quale erano verosimilmente conservati i dati più sensibili a lui in uso; dati che probabilmente concernevano il suo ‘tesoro’, il patrimonio personale e familiare del latitante”.

Alle nostre domande non abbiamo ricevuto risposte ufficiali: le lasciamo ancora appese, in attesa di conferme o smentite.

Ritornando all’appalto che la Cmp ha vinto, aggiungiamo che per un breve periodo fu anche interrotta l’esecuzione dei lavori, perché la Co.Ge.Ver. Srl (seconda classificata nella gara gestita dall’Asmel), presentò ricorso.

Il Tar, dopo una breve sospensione, diede la possibilità al Pezzella di riprendere i lavori, in attesa che il Tribunale partenopeo decidesse sul ricorso.

Ed oggi possiamo comunicarvi che il Tar ha deciso: la sentenza è arrivata ed è negativa per i Verazzo. Il ricorso che hanno presentato è stato dichiarato inammissibile. Spieghiamo bene:  i giudici non hanno analizzato neppure nel merito la faccenda, perché hanno riscontrato (lo diciamo in soldoni) problemi di notifica. I documenti preparati  dagli avvocati della ditta capuana sarebbero dovuti essere recapitati non solo, come è stato fatto, al municipio di Cancello ed Arnone, ma anche all’Asmel (cosa che invece non è avvenuta).

I giudici, insomma,  non hanno approfondito l’oggetto del ricorso: noi,  però, vogliamo comunque manifestarlo e raccontarlo (da profani).

La Co.Ge.Ver, negli incartamenti recapitati ai togati di Napoli, aveva evidenziato come i progetti presentati dalla Cmp, in relazione all’appalto da 1 milione e 800 mila €, non fossero in formato Pdf, come era previsto nel bando, ma in formato Word.

Tale requisito era stato inserito per dare maggior garanzia ai concorrenti che partecipano alla gara: cioè il Pdf  va a tutelare, in una procedura telematica,  la manomissione dei modelli prodotti, in misura più solida rispetto a quanto verrebbe garantito dal Word. Chiariamo:  non si è affermato, in quel ricorso, che gli atti sono stati manipolati, assolutamente: si era semplicemente evidenziato il non rispetto di un requisito.

Ora che il Tar ha detto che non può trattare la vicenda, il ricorso sarà portato in Consiglio di Stato?

Giuseppe Tallino