FERMA IL BULLO-RICOMINCIA A VIVERE

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Comunicato Stampa

FERMA IL BULLO-RICOMINCIA A VIVERE: la lista civica La Scelta si impegna anche su temi sociali e Cancello ed Arnone aderisce commosso all’evento.

(Cancello ed Arnone - Elisa Cacciapuoti)   Puntuale venerdì 16 febbraio 2018 alle ore 17:30 presso il Bar Baraonda, si è svolto il convegno FERMA IL BULLO - RICOMINCIA A VIVERE organizzato dalla lista civica La Scelta. I lavori hanno avuto inizio con i saluti del candidato a sindaco avv. Raffaele Ambrosca: “Questo convegno è stato fortemente voluto dalla lista La Scelta e in particolar modo da Marianna Tummolo che ha voluto proporre questo tema molto attuale; il bullismo è un fenomeno che affligge le nostre comunità, nessuna esclusa, e spesso è un problema silente, non denunciato, sicché non se ne comprende la vera portata”. Questo l’intervento dell’avv. Ambrosca che ha poi preannunciato ulteriori eventi che i candidati della lista organizzeranno.

Successivamente la parola è passata alla candidata Marianna Tummolo, moderatrice dell’evento che, a grandi linee, ha tracciato la figura del bullo, precisando che con il termine “bullismo” si definiscono quei comportamenti aggressivi e offensivi che singoli individui mettono in atto ai danni di una o più persone con lo scopo di esercitare un potere o un dominio sulla vittima. Poi Marianna Tummolo passa la parola alla psicologa e psicoterapeuta dott.ssa Rosaria Dell’Aversana che affronta l’argomento “scuola e bullismo”.

“Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato e vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da uno o più compagni. Gli studenti maggiormente coinvolti nel fenomeno del bullismo sono quelli della scuola primaria e dei primi due anni della scuola primaria di secondo grado e i contesti in cui gli episodi di bullismo avvengono con maggior frequenza sono gli ambienti scolastici e il tragitto casa-scuola”. Queste le parole della dott.ssa Dell'Aversana, tra l’altro coordinatrice di veri centri antiviolenza alcuni in Campania e uno a Rovigo, la quale poi passa ad esaminare i vari tipi di bullismo (bullismo fisico, bullismo verbale, bullismo indiretto e cyberbullismo) e dei suoi protagonisti. Oltre al bullo (bullo dominante e bulli gregari) e alla vittima (vittima passiva e vittima provocatrice) ci sono gli spettatori, ossia coloro che assistono alle prepotenze e si suddividono nel seguenti sottocategorie: sostenitori del bullo, difensori della vittima e spettatori neutrali.

La parola poi passa alla dott.ssa Assunta Liguori, assistente sociale specialista, che tratta il tema del cyberbullismo, fenomeno nato negli ultimi anni tra i ragazzi messo in atto attraverso internet, telefoni cellulari o computer. La dott.ssa dichiara:” Secondo la definizione di uno dei più imploranti studiosi di bullismo, Peter Smith, per cyberbullismo si intende <<una forma di prevaricazione volontaria e ripetuta, attuata attraverso un testo elettronico, agita contro un singolo o un gruppo con ‘obiettivo di ferire e mettere a disagio la vittima di tale comportamento che non riesce a difendersi>>. Il cyberbullismo o bullismo elettronico comprende quindi tutte le forme di prevaricazione e prepotenze tra coetanei messe in atto attraverso e-mail, messaggini con i cellulari, chat, blog, siti internet, immagini o video diffuso in rete. L’obiettivo del bullo è sempre lo stesso: molestare la vittima, minacciarla, deriderla.” La dottoressa poi spiega quali sono i tratti distintivi del cyberbullismo: l’anonimato (per chi subisce le molestie è ancora più difficile difendersi perché le vittime non riescono neppure a individuare chi è il bullo che spesso si nasconde dietro nomi falsi, un nickname); assenza di remore etiche (l’anonimato e il fatto di utilizzare strumenti informatici spesso tolgono qualsiasi genere di freni al bullo. Chi mette in atto le prepotenze giustifica così le proprie azioni, pensando chili cyberbullismo sia solo un gioco virtuale); mancanza di limiti spazio-temporali (il cyberbullismo può invadere la privacy della vittima in ogni momento del giorno e della notte).

Il convegno si conclude con una testimonianza video di Vincenzo Vedere, presidente dell’ACBS - Associazione contro il bullismo.

Parlare degli episodi di bullismo non significa “essere pettegoli” o “fare la spia”; significa semplicemente affrontare un problema. Parlarne con un amico/a, con un insegnante o con i tuoi genitori. Ricorda che le cose non cambieranno fino a che tu non racconterai ciò che succede. Se hai bisogno di un aiuto non vergognarti a chiederlo. Tutti noi abbiamo bisogno di aiuto qualche volta e chiedere aiuto per fermare l bullismo non significa essere dei deboli o dei falliti, anzi, significa saper affrontare le difficoltà della vita.