Dire Pd a CAPUA è complicato. Troppi personalismi che offriranno l’ennesima vittoria a chi amministra da 10 anni. La proposta di Affinito

Minoia Affinito Frattasi

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Dire Pd, a Capua, è complicato: perché il partito di Renzi, formalmente, ingloba solo una piccola porzione dei tanti simpatizzanti democrat, sparsi tra associazioni civiche e formazioni in attesa del primo tesseramento utile.

Prendete il gruppo che fa riferimento al consigliere regionale Gennaro Oliviero.  Lasciato il Psi, ha costituito l’associazione Socialisti Democratici di Terra di Lavoro, ma aspetta, da circa due anni, ancora l’occasione per entrare ufficialmente nel Partito Democratico.

Il Pd, rappresentato da Luigi Di Monaco, che si è accodato alla fuoriuscita dal Patto Civico con Capua 3 luglio (CLICCA QUI PER LEGGERE), quindi, è sostanzialmente debole rispetto al potenziale che ha sul territorio.

Ed anche il Psi, terzo perno de 'La Capua che vogliamo', ruota intorno a poche persone, tant'è che persino un altro storico socialista del territorio, Franco Fierro (il quale alle scorse regionali si è battuto per far voltare Psi)è restato nel ‘Patto’.

Come già abbiamo scritto, il frastagliamento del centrosinistra rischia di portare tutta l’area che vorrebbe mostrarsi alternativa alla vecchia gestione amministrativa, ‘romaniani’ compresi, ad un’altra sconfitta.

Ma nel centrosinistra c’è realmente la volontà di diventare forza di governo? Oppure è animato semplicemente da personalismi, smaniosi di candidature a sindaco e consequenziali strategie tese a mettere in luce piccoli orticelli che consentiranno  un innocuo scranno in Consiglio?

Dell'attuale debolezza, determinata dalla suddivisione politica, della sinistra capuana, ne è pienamente consapevole Loredana Affinito: “Noi restiamo nel Patto Civico. A questo punto, una possibile soluzione per ricompattare l’area vogliosa di interrompere la continuità amministrativa, che va avanti a Capua da dieci anni, è rappresentata dalle primarie.”

Giuseppe Tallino