Il pentito inguaia l’ex assessore: “Amico di Schiavone. Doveva apparire pulito”

Schiavone Salzillo Panaro

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Il pentito Massimiliano Caterino,  nel corso dell’udienza del processo Medea,  con naturalezza, come se stesse riferendo qualcosa di scontato, nell’elenco dei comuni raggiunti dai tentacoli del clan dei Casalesi inserì anche S.Maria C.V (CLICCA QUI PER LEGGERE).

La pesante affermazione dall’ex braccio destro di Michele Zagaria fu resa lo scorso 23 marzo.  Due settimana dopo, su ordinanza emessa dal gip Anna Laura Alfano, richiesta dalla Dda di Napoli, è stato concretizzato l’arresto dell’ex consigliere ed assessore comunale, Alfonso Salzillo, accusato proprio di 416 bis, associazione mafiosa al clan fondato da Antonio Bardellino.

A tracciare il profilo dell’indagato, tra i diversi pentiti che hanno riferito sull'imprenditore sammaritano, c’è anche Nicola Panaro.

“Conosco Alfonso Salzillo dal 1995 per essermi stato presentato da Antonio Schiavone in occasione dell’acquisto di un’auto. Da allora, - ha dichiarato il collaboratore, -  nacque una conoscenza abbastanza assidua tra di noi, ma escluso di essere legato a lui da vincoli di comparaggio. “

“Da questa iniziale, - ha proseguito il pentito, -  conoscenza con Antonio Schiavone, Alfonso Salzillo divenne particolarmente amico di Nicola Schiavone, tanto che di lui mi parlava quest’ultimo come un suo uomo  sul comune di S.Maria C.V. che ricopriva una carica pubblica.”

“[…] Nicola Schiavone mi diceva che di Alfonso Salzillo si poteva fidare per qualsivoglia problema. […]All’esterno dell Clan, - ha precisato Panaro, - doveva apparire una persona pulita e quindi doveva interfacciarsi solo con noi esponenti apicali del Clan. Non è mai capitato che i miei esecutori di ordini, quali, ad esempio, Raffaele Piccolo, abbiano mai incontrato Alfonso Salzillo per vicende del Clan proprio perché non volevamo che egli potesse essere visto da gregari come un nostro uomo di fiducia.”

Giuseppe Tallino