‘Denunciare per cambiare’: l’impegno di Giovanni Izzo per il territorio

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Ancora un paio di giorni prima che cali il sipario su ‘The Domitiana’, la mostra di Giovanni Izzo curata da Luca Palermo. Per un intero mese, dal 6 Luglio al 7 Agosto, le foto del maestro Izzo esposte presso l’Università di Bath, in Inghilterra. Se la mostra viene smontata la sua eco continuerà a far rumore, e non solo per il riscontro che ha avuto addirittura dalla BBC. Della Domiziana, grazie alle foto di Izzo si continuerà a parlare, con maggiore interesse e consapevolezza perché raccontare con le immagini quanto sul litorale accade, è più incisivo delle parole e gli scatti di Izzo sanno trasmettere, nell’immediatezza, il messaggio che devono far passare. Un messaggio di richiesta di aiuto da parte di chi vi vive e di chi vi approda; da parte di chi prova ad attirare l’attenzione delle istituzioni, di chi cerca di far qualcosa per salvare il salvabile. In tale contesto da anni si muove Giovanni Izzo che continua a provocare il perbenismo, a denunciare il degrado l’abusivismo, l’assenza di istituzioni, l’inciviltà imperante.

Di poche parole, parla attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica, che cattura attraverso al tecnologia quanto di drammatico di sconcertatnte di inequivocabile passa davanti allo sguardo attento penetrante sensibile di Izzo. Attimi che coglie in frazioni di secondo con una percezione del contesto che sfugge alla massa.

Della Domiziana in questo mese si è discusso a livello internazionale, dei sui problemi, della mafia nigeriana che vi è approdata. Lui sempre schivo, ha deciso di rispondere alle accuse che gli vengono mosse di denigrare, con i suoi lavori, la zona:

“Alcune persone, a seguito della mia mostra in Inghilterra nell’University di Bath, mi hanno accusato di aver denigrato la MIA TERRA. Egregi signori incruvattati, io non sto denigrando la mia terra. No. Io ne sto facendo conoscere le problematiche, serie, accendendo i riflettori su di esse, a differenza di chi preferisce ‘nasconderle’.  E poi: cosa dovrebbe fare un professionista, un cittadino comune, un uomo, un padre di famiglia, se non ‘denunciare’ questo avvilante stato di cose? Questo è il nostro compito, il compito che dovrebbe accollarsi ogni singolo individuo!

Denunciare per cambiare. Le cose che racconto da tempo esistono veramente e fanno paura. Quando andavo in giro per fotografare ‘certe situazioni’, qualcuno mi diceva: ‘Fotò, ma po’ ‘sti cos ‘aropp ‘e facite ascì  ncopp ‘e giurnal, o facit comm ‘e politici, ca venene, fann sul chiacchiere c’ apprummettne ma po’ nun cagne mai niente?’.  Cà nun ce vulimm stà chiù perché è diventato impossibile vivere. Allora, facit vrè ‘a tutt ‘o munn comm stamm cumbinat. Drog, prostutuzion, mariulizzie e ttt ‘o riest appriess! Facit vrè cà nun funzion ‘o riest e nient. E figlie nuostre, e figlie vuostre, che futur ponn avè’.

Continuerò a documentare con la mia macchina fotografica, a denigrare – se a voi fa più comodo pensarla così – perché VOGLIO che la mia/nostra terra ritorni ad essere la CAMPANIA FELIX che era un tempo”

E’ l’annuncio di una battaglia iniziata da tempo in solitaria e che pian piano ha trovato alleati attenti e pronti a scendere in campo, al suo fianco. Una battaglia che Izzo non ha intenzione di chiudere fino a quando non riuscirà ad ottenere qualche risultato, il primo, importantissimo, è l’accensione dei riflettori sulla Domiziana a livello internazionale: nomi prestigiosi recensiscono i lavori di Izzo e da più parti si chiede la sua collaborazione e la sua presenza.

L’appello di chi gli chiedeva ‘Facit vrè a tutt ‘o munn comm stamm cumbinat’ non è rimasto inascoltato, la loro voce, di chi grida il disagio di quei luoghi viene ascoltata grazie alle foto di Giovanni Izzo.

giovanna pezzera